Festa de San Dordi
Il Voto di san Giorgio, che diede origine alla festa ed ha importanza storica per il paese, risale alla Peste del 1631. In quell'anno l’epidemia raccontata dal Manzoni era arrivata anche a Sorriva, e aveva mietuto molte vittime, tanto che il paese fu messo in quarantena e circondato dalle guardie. I morti, riesumati, vennero sepolti in apposite fosse (in località Pian dei mort), come ricorda il pievano don Francesco Todeschi. Il medico Zaccaria del Pozzo si attivò per far bruciare tutto ciò che poteva favorire il contagio. Così la popolazione, attraverso i due capifamiglia Tomio e Baldassarre De Cia, si rivolse a San Giorgio, promettendo di santificare le feste comandate, digiunare nelle vigilie e condurre per sempre una vita veramente cristiana. Ma tali promesse si dimostrarono fin da subito troppo impegnative, e fu deciso di commutare il voto santificando in perpetuo la festa di San Giorgio (il 23 aprile) ed offrendo alla chiesa un paliotto di cuoio dipinto. A ciò si aggiunse una processione e la distribuzione della minestra di fagioli ai poveri del paese.
Ancora oggi si rispetta questa particolare tradizione: la messa del Voto viene celebrata il 23 aprile, mentre i fagioli vengono raccolti di casa in casa, quindi curati e cotti, per ricavarne la minestra che viene distribuita la domenica successiva alla festa del Santo. In quel giorno si svolge la processione con i cappati (figuranti che vestono come i membri della disciolta Arciconfraternita del Santissimo Sacramento) che portano croci, torce e lo stendardo. Poi viene celebrata la messa a suffragio con la benedizione della minestra, preparata ogni anno da tre famiglie diverse, che viene quindi distribuita dai coscritti (ventenni dell’anno) a tutti i presenti in paese. A contorno di tutto si svolge un’animata sagra di sapore spiccatamente gastronomico e folcloristico, con eventi culturali e sportivi che uniscono tutto il paese.